“The Beatles: Get Back”, un documentario che è un atto d’amore

The Beatles: Get Back” (2021) è una miniserie televisiva documentario diretta da Peter Jackson. 468 minuti che sono un atto d’amore totale per quella che probabilmente è stata la più grande band di tutti i tempi.

Il documentario racconta la creazione artistica dell’ultimo album dei Beatles, ovvero “Let It Be” (1970), un capolavoro sensazionale. E allora vengono ripercorsi i 21 giorni che hanno portato all’ultima esibizione in pubblico di John, Paul, George e Ringo: il famoso “rooftop concert” eseguito sul tetto dell’edifico Apple a Londra in Savile Row.

Un concerto di 42 minuti che di fatto è una prova generale dei brani che poi andranno nell’ultimo album, e infatti molte canzoni verranno anche suonate più di una volta.

Un concerto che ha anche un che di surreale: i Beatles indecisi fino all’ultimo sull’apparire oppure no sul tetto convinti di aver provato troppo poche volte quei brani, la gente per strada elettrizzata che non capisce subito da dove provenga la musica, poi la stessa gente che cerca il modo di salire sui tetti per vedere i quattro fenomeni, i poliziotti che cercano di fermare il tutto per “disturbo alla quiete pubblica”, i sorrisi ingenui di quelli che stanno suonando e molto altro.

Il tutto avvolto, appunto, da un clima quasi surreale, da fiaba.

Ma altrettanto suggestiva è la fase creativa (la parte precedente del documentario) in studio dove si vede tutta l’umanità dei personaggi. La leadership naturale di McCartney, il talento timido di Harrison, il giocherellone Lennon, il sonnolento Starr e tutti gli amici, i figli e le fidanzate che scorrazzano per quei luoghi.

In tutta la bellezza abbacinante di quei video originali recuperati esclusivamente per questo lavoro le cose che emergono, tra le tante, sono soprattutto due: lo straordinario talento di quei quattro musicisti e la sorprendente dose di divertimento che mettevano in quelle sessioni di registrazione. Si divertivano proprio come pazzi o come bambini.

Allora è stupendo perdersi tra le loro confabulazioni, le loro prove scanzonate, le loro prove angeliche e tutto quello che c’è stato in quei 21 giorni. E’ incredibile come sia già nell’aria la separazione: sembra quasi che tutti già sappiano che manca poco alla fine, ma sembra anche che tutti già se ne dispiacciano, senza sapere però come fare per sistemare le cose e mettere una pezza.

Per il pubblico, in ogni caso, è un piacere lasciarsi trasportare dal flusso di immagini e suoni, dietro cui c’è un lavoro mastodontico di collazione e di selezione da parte del regista Peter Jackson. Il suo, come detto, è un vero e proprio atto d’amore verso la band, e questo si percepisce in più punti.

E’ superfluo dire altro. Per chiunque sia un appassionato dei Bealtes (ma anche appassionato del rock in generale: perché da qui tutto deriva) questo lavoro è qualcosa che va visto assolutamente. Da godere.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

Comments (

0

)

Blog su WordPress.com.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: