La morte corre sul fiume

“La morte corre sul fiume”: il cinema classico hollywoodiano, ma anche molto altro

La morte corre sul fiume (The Night of the Hunter) è un film del 1955 diretto da Charles Laughton.

Nella Virginia degli anni Trenta un giovane padre di famiglia viene condannato alla forca per aver rapinato una banca. I diecimila dollari di bottino però vengono smarriti e solo i due piccoli figli, John e Pearl, conoscono l’ubicazione esatta del denaro.

Nel frattempo, prima di morire, il condannato a morte rivela al compagno di cella, un predicatore che in realtà è un assassino di nome Harry Powell (Robert Mitchum), l’esistenza di questo bottino. Quando esce di prigione, così, Powell corteggia la vedova (Shilley Winters) e riesce a sposarla, mentre nel frattempo capisce che i due bambini conoscono il luogo dove è nascosto il denaro.

L’unico obiettivo di Powell è quello di riuscire a mettere le mani su quei soldi e così inizia in tutti i modi a sbarazzarsi degli ostacoli che gli si presentano davanti e che gli impediscono di raggiungere ciò che vuole.

La morte corre sul fiume

La morte corre sul fiume è uno straordinario film che vede protagonisti due bambini che devono proteggere un segreto e salvarsi dalle grinfie di un uomo diabolico e pericoloso.

Robert Mitchum, infatti, dà vita a uno dei suoi ruoli più iconici vestendo i panni di un predicatore che utilizza la religione come diversivo per compiere i suoi delitti, qualunque essi siano. Il personaggio di Harry Powell è diabolico e inquietante, prima che dallo sguardo fin dalla sua ombra. E oltre a questo è anche un grande affabulatore: con un uso oculato dell’ars retorica, infatti, riesce spesso a ingannare gli altri e travestirsi da pecora quando in realtà è un lupo.

Poi, come vale sempre quando si parla della Hollywood classica, la costruzione narrativa è impeccabile, impreziosita da una regia ordinata, ma che presenta anche diversi elementi eterogenei che la rendono decisamente qualcosa di diverso da quello che si sarebbe potuto vedere in America negli anni Cinquanta.

Charles Laughton, infatti, dà sfoggio delle sue conoscenze in materia unendo tradizioni registiche diverse. Se l’omaggio ai dettami al grande antesignano David Wark Griffith – anche attraverso le metafore zoomorfe che anticipano eventi poi narrati – può essere naturale, il debito verso tradizioni europee è molto meno scontato.

Spesso, come abbiamo detto, il personaggio interpretato da Mitchum è inquietante anche solo con la sua ombra. E qui è decisiva la lezione del cinema espressionista tedesco – impossibile non pensare a Nosferatu – che ha insegnato come per creare tensione e suspense nello spettatore sia sufficiente un gioco di luci ed ombre ben realizzato, a cui si aggiunge poi in questo film anche un uso sapiente del sonoro.

La pellicola, infatti, è anche perfetta nel saper mescolare benissimo queste due trame al suo interno: ovvero quella favolistica (è pur sempre la storia di due bambini che devono resistere a un pericoloso assassino) e quella decisamente più thriller.

In questo senso è un peccato che La morte corre sul fiume sia la prima e ultima opera di Charles Laughton. Un regista a cui era bastato un lavoro per dimostrare delle qualità che erano inequivocabilmente portentose. Non a caso due registi come Martin Scorsese e Terrence Malick hanno più volte ribadito il debito rispetto a questo film.

La morte corre sul fiume, se non si fosse capito, ha le stimmate del capolavoro. Ed è qualcosa che va molto oltre la definizione di pellicola-emblema del cinema classico hollywoodiano. Dentro c’è molto di più: un sincretismo culturale di altissimo valore.

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Comments (

3

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  1. The Butcher

    Amo questo film. Probabilmente è uno dei miei film preferiti in assoluto. Adoro la fotografia espressionista e adoro certe sequenze che sono di una complessità incredibile ma anche di una profonda poetica. È un film strabiliante.

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    1. Francesco Catalano

      D’accordissimo su tutto. È un film, per diversi aspetti, molto più avanti rispetto ai suoi coetanei. Una pietra miliare del cinema americana di cui si parla spesso troppo poco.

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      1. The Butcher

        Ben detto. Un giorno vorrei parlarne, ma voglio fare un lavoro approfondito e curato.

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