The Witch Eggers

“The Witch”: l’esordio fulminante e inquietante di Robert Eggers

The Witch (2015) è l’esordio di Robert Eggers che ha scritto e diretto questo suo primo lavoro.

Siamo nei primi decenni del Seicento nel New England: un predicatore viene allontanato dalla comunità puritana insieme alla moglie e ai cinque figli per le sue posizioni estremiste. Il nucleo famigliare, così, si sposta a vivere nei pressi di un bosco con la speranza di poter condurre una vita umile e serena.

Ben presto, però, un clima denso di mistero e di timore si scaraventa sulla vita della famiglia: la figlia maggiore Thomasin (Anya Taylor-Joy) smarrisce nel bosco il fratello neonato che sparisce dalla sua vista nell’istante di un battito di ciglio. Quel bosco nasconde strani silenzi e strane atmosfere, e non tarderà a scomparire anche un altro fratello finché la famiglia inizia a perdere il lume della ragione.

The Wi

Il tarlo che il diavolo sia entrato nelle loro vite è sempre più invadente e così lentamente i personaggi si stravolgono, perdono fiducia nell’altro e smarriscono prima la loro fede e poi la loro ragione.

Eggers intesse così un horror in modo impeccabile costruendo un’atmosfera che aumenta lentamente ma con costanza la propria carica semantica. Prima instilla il dubbio, poi assale le vite dei protagonisti, per poi infine stravolgerle e sconquassarle. E’ il Male, sottile e conturbante, che solletica le vite di questi puritani totalmente devoti a Dio e poi li fa suoi.

I ritmi sono lenti e compassati, quasi come se il regista volesse fare smarrire anche lo spettatore dentro il rumore del vento che passa fra le foglie del bosco. Quel bosco che è il luogo in cui smarrire sé stessi ed essere richiamati dalle forze del male. Spesso, assecondando queste scelte, è molto più potente ciò che non viene detto e mostrato rispetto a quello che effettivamente viene presentato sullo schermo.

Come nelle migliori scritture la tensione aumenta di minuto in minuto diventando a un certo punto insostenibile e conducendo i personaggi inermi davanti al loro destino. Non ci sono momenti di spavento isolati come era tipico negli horror classici, ma piuttosto la volontà di prendere lo spettatore e portarlo a sua volta, insieme ai protagonisti, dentro l’azione facendolo sentire a disagio.

The Witch Eggers

Molto bello anche l’uso che si fa della scenografia e della fotografia. Interessante poi tutto l’utilizzo della simbologia presente all’interno della pellicola: la carrellata dei vari animali presenti sullo schermo veicolano dei precisi messaggi che sono presagio di quello che accadrà. C’è quindi anche una vera e propria metafora zoomorfa che accompagna tutta la visione.

Insomma, The Witch è una pellicola d’esordio di grande valore: un buon esempio di cosa voglia dire avere in mente buona regia. E avere anche i mezzi tecnici e intellettivi adeguati per eseguirla. Per quanto riguarda il canone recente del genere horror questo film si può dire che faccia già scuola.

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