Triangle of Sadness Ostlund

“Triangle of Sadness”: la burrasca del capitalismo e dell’essere umano

Triangle of Sadness è l’ultimo film scritto e diretto da Ruben Ostlund, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2022. La seconda Palma d’oro consecutiva dopo che il regista svedese l’aveva già vinta con The Square nel 2017.

Carl (Harris Dickinson) e Yaya (Charlbi Dean – purtroppo tragicamente scomparsa in estate a soli 32 anni) sono una coppia di modelli con i loro problemi di coppia. I due vanno in vacanza su uno yacht in cui sono presenti innumerevoli tipologie di miliardari: quelli soli e depressi, quelli che si sono arricchiti a costo della vita delle persone e molti altri. Tra questi spicca il personaggio di Dimitry (Zlatko Buric), magnate russo di fertilizzanti.

Il capitano della nave, Thomas (Woody Harrelson), è un uomo disinteressato della vita che, piuttosto di vedere gli ospiti in difficoltà, decide di organizzare l’evento della cena col capitano nell’unica serata in cui viene data burrasca. La cena diventa così l’evento perfetto per distruggere moralmente – e anche fisicamente – tutti quei capitalisti incalliti. La nave va a picco e il capitano non fa nulla per evitare la catastrofe; anzi, la favorisce chiudendosi nella sua cabina con Dimitry e parlando di marxismo e socialismo.

Nella terza parte (il film infatti è diviso in tre episodi) troviamo su un’isola quelli che si sono salvati dal naufragio della nave che dovranno cercare di sopravvivere creando gerarchie sociali completamente diverse da quelle a cui erano abituati.

Triangle of Sadness Ostlund

Ostlund fa ancora una volta una satira sociale caustica e mordente: questa volta colpendo il capitalismo e i miliardari. Anche se, leggendo alcune sue parole, la critica è rivolta all’essere umano in generale. In particolare all’attitudine di quest’ultimo quando si trova, per talento o per fortuna, in una situazione di potere o vantaggio rispetto agli altri.

Infatti, se nella seconda parte del film il bersaglio satirico sono chiaramente i magnati, nella terza parte sull’isola le parti si rovesciano e le cosiddette classi subalterne non si dimostrano alla fine tanto migliori. Anzi.

I miliardari, quindi, non sono altro che uno specchietto per le allodole per fare in realtà una critica generalizzata. Il potere e il denaro possono distruggere e sottomettere moralmente qualsiasi persona.

Ovviamente, in tutto questo, il finale del film rimane aperto, ma, a conti fatti, Ostlund aveva già ampiamente detto quello che voleva dire. E il finale non è così importante e, del resto, è anche intuibile.

Dal punto di vista di sceneggiatura e regia c’è davvero poco da dire. Ostlund conferma di avere raggiunto un livello che lo pone tra i grandi del cinema europeo per la qualità e l’efficacia dei suoi lavori. Se in The Square si poteva ravvisare ancora qualche sottotrama o momenti di visione meno incisivi di altri, durante tutta la durata di Triangle of Sadness non si riscontrano mai momenti in cui l’attenzione dello spettatore realmente cala.

Un piccolo capolavoro di sceneggiatura con la vincente divisione del film in tre parti che vede la parte centrale come quella decisamente riuscita meglio. In questo senso il personaggio di Harrelson si staglia nei pochi minuti che è sulla scena e, in generale, tutta la sequenza paradossale della sua discussione politico-filosofica con Zlatko Buric è di altissimo livello. Proprio quest’ultimo si rende protagonista di una grande prova attoriale, probabilmente la migliore del film.

Anche sulla regia non c’è nulla da eccepire. Nel livello altissimo generale interessante notare due cose: la particolarità del campo-controcampo del dialogo iniziale, mentre la giovane coppia si trova in taxi, in cui il regista non stacca mai ma realizza un piccolo e singolare piano-sequenza. E, come seconda cosa, il lavoro svolto dalla macchina da presa durante la burrasca.

Ci sarebbe anche tanto altro da elogiare, tra cui è giusto segnalare anche la qualità delle musiche e della fotografia. Ma, in generale, Triangle of Sadness è decisamente uno dei migliori film dell’anno; se non anche di più per quello che vuole dire e per come lo dice.

Ostlund ha già annunciato che sta preparando il prossimo film. Sempre di critica sociale, ma questa volta ambientato su un aereo. Non vediamo l’ora.

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