Il corsetto dell'imperatrice Kreutzer

“Il corsetto dell’imperatrice”: i demoni interiori della principessa Sissi

Il corsetto dell’imperatrice (Corsage) è un film uscito nelle sale italiane il 7 dicembre 2022 diretto da Marie Kreutzer. E’ un’ opera che si pone in maniera fortemente critica con la società del passato dipinta nel film e con quella moderna in generale.

Il film si propone come una biografia, non del tutto storicamente accurata, di Elisabetta d’Austria, anche nota come la principessa Sissi. In particolare tratta il periodo tra il 1877 ed il 1878 in cui la sovrana (interpretata da una bravissima Vicky Krieps) all’età di 40 anni si trova alle prese con delicate relazioni familiari, mentre i suoi sentimenti più intimi si muovono in un intricato e non sempre facile intreccio di emozioni e ruoli imposti dalla società e dalla vita di corte.

La narrazione è accompagnata da immagini dal forte valore allegorico che più volte si ripresentano durante la visione: esempi sono il corsetto ed i lunghi capelli della principessa, ovvero simboli identificativi della sua bellezza ma anche della sua angoscia fortemente legata all’invecchiamento del corpo.

Il corsetto dell

La pellicola trasporta quindi lo spettatore in un viaggio non sempre facile e a volte persino disorientante all’interno della mente della protagonista. Ha di fatti il merito di riuscire a creare un forte legame emotivo con i personaggi e i loro doveri e desideri che, sebbene contrastanti tra loro, rimangono fortemente umani e vicini all’osservatore.

Ci si interroga quindi sulla moralità delle scelte o azioni dei personaggi finendo per avere un senso di profonda vicinanza con ognuno dei diversi punti di vista. Poiché tutti presentano delle motivazioni valide; motivazioni tutte ugualmente infelici e dettate dal contesto storico e sociale nel quale vengono prodotte.

Marie Kreutzer sfrutta abilmente la scenografia volutamente anacronistica, sacrificando il realismo storico in favore di un allestimento che mostra elementi a noi contemporanei – come porte con maniglioni antipanico o palazzi storici volutamente spogli – creando quindi un forte senso di straniamento, sentimento che il film esplora con decisione.

In questo modo la regista dà al tutto una cornice fortemente decadente e ottiene l’effetto di trasportare le vicende e i personaggi in un ambiente più vicino a quello odierno collegando il loro travaglio interiore e la loro critica alla società del tempo agli avvenimenti più recenti creando nello spettatore profonde riflessioni.          

Kreutzer, poi, utilizza frequentemente delle riprese statiche che creano veri e propri ritratti dei protagonisti e dei loro ambienti relegando l’osservatore a un senso di impotenza nei confronti delle tragedie che si susseguono durante la visione.

Ciò, però, viene contrastato dai dialoghi e da altre scene in cui la cinepresa è spesso libera e soggetta ai piccoli movimenti involontari del corpo umano trasmettendo così allo spettatore un maggior senso di coinvolgimento emotivo con gli avvenimenti. A questo è anche unito l’abile uso del silenzio a cui si accompagnano l’uso dei rumori ambientali e un utilizzo sapiente delle musiche.

Insomma, Il corsetto dell’imperatrice non è un film di facile visione. Marie Kreutzer si è profondamente discostata dalla classica rappresentazione della principessa Sissi in favore di una più  intima e coinvolgente lettura che mostra la figura di una donna troppo innovativa per il suo tempo e le sue convinzioni, in contrasto con quello che sarà, per ironia della sorte, il destino del marito Francesco Giuseppe, imperatore che diverrà troppo anziano per un mondo nel frattempo profondamente mutato che imploderà nella Prima Guerra Mondiale.

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