Cena con delitto: Knives Out è un film del 2019 scritto e diretto da Rian Johnson. La prima pellicola di quella che potrebbe diventare una saga visto che nelle sale sta uscendo il secondo episodio Glass Onion, che non è un sequel ma appunto il secondo episodio di questo universo narrativo.
Il famoso e ricco scrittore Harlan Thrombey (Christopger Plummer) viene ritrovato con la gola tagliata nella sua dimora quando la sera prima c’era stata una grande riunione di famiglia con annessi litigi e incomprensioni, soprattutto sul delicato tema dell’eredità. Oltre alla polizia locale a risolvere il caso c’è l’investigatore privato Benoit Blanc (Daniel Craig) che deve destreggiarsi tra numerosi indizi e depistaggi.
Si tratta di un suicidio o di un omicidio? E chi potrebbe essere l’assassino? La figlia altera, il nipote scapestrato, il genero adultero, la genera scialacquatrice, l’altro figlio privo di talento e frustrato, l’infermiera privata e così via.

Sono 130 minuti di puro intrattenimento e, va ricordato, il cinema è stato creato anche per questo motivo. Rian Johnson non vuole fare un film che veicoli chissà quale messaggio (ma non manca nemmeno qualche stoccata su quelli che sono alcuni difetti di un certo ceto americano altolocato), ma vuole realizzare un film che intrattenga lo spettatore, lo faccia divertire e lo tenga incollato alla poltrona per due ore consistenti.
E’ un intento tutt’altro che scontato: per intrattenere continuativamente senza commettere scivoloni di sceneggiatura, in ogni caso, serve grande abilità. E Rian Johnson centra il suo intento alla perfezione. Perché Cena con delitto è un film assolutamente godibile. Anche nel suo prendersi a volte in giro, lasciando da parte la pretesa di serietà che spesso il genere trattato contiene.
Il genere a cui appartiene la pellicola, infatti, è un giallo che più classico non si può; quello che può essere definito un whodunnit (che propriamente sarebbe who has done it?, ovvero “chi ha commesso l’omicidio?). Ma, a questo, Johnson ci aggiunge la commedia, incarnata al meglio dal detective protagonista Benoit Blanc: grande presenza scenica, perfetto detective belloccio e accattivante, ma anche fintamente ingenuo e imbranato. Il personaggio di Craig, infatti, si diverte per tutto il film a ingannare il pubblico, dipingendosi come un fanfarone, per poi risolvere brillantemente il caso.

Parlando di prove attoriali, è evidente come Craig, dopo aver messo per l’ultima volta i panni di James Bond, si sia infilato quelli di Benoit Blanc per tentare di iniziare un’altra vincente serie di film. Per ora la scommessa sembra vinta: a partire dalla scelta di dare un taglio meno ingessato e più comico al personaggio (primo indizio ne è l’accento).
Uno degli altri motivi per essere intrattenuti da questo film, appunto, era il cast stellare che lo componeva. Oltre ai già citati Craig e Plummer anche Jamie Lee Curtis, Ana de Armas, Chris Evans, Don Johnson, Toni Colette e Michael Shannon. Un parterre de roi.
Rian Johnson, quindi, mette insieme con perizia tutte queste componenti e dà alla luce un prodotto cinematografico ben realizzato e dalla forza intrattenente. Quello era l’obiettivo ed è stato ampiamente raggiunto. Sarà interessante appurare se sarà così anche per l’imminente sequel.
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