Inside Man Tennant

“Inside Man”: due serie in una tra vecchio e nuovo Moffat

Inside Man è una miniserie composta da quattro episodi uscita recentemente su Netflix, scritta e creata da Steven Moffat.

La serie scorre su due binari paralleli che, col procedere della narrazione, ovviamente tendono a toccarsi e intrecciarsi. Mr. Grieff (Stanley Tucci) ha ucciso la moglie ed è condannato a morte; tuttavia, il suo grande acume intellettuale, gli permette di essere una sorta di investigatore privato che, con la forza del suo intelletto, risolve dalla cella i casi che gli vengono sottoposti.

Dall’altra parte c’è un parroco (David Tennant) che, per una serie di coincidenze e sfortunati eventi, si ritrova ad aggredire ed essere il carceriere di una donna che pensa che suo figlio sia un pedofilo.

Inside Man

Quelle appena esposte sono due anime narrative molto diverse fra loro che, per gran parte della serie, scorrono senza mai toccarsi. Non tanto in senso stretto, ma per le atmosfere che creano e per il taglio narrativo che entrambe adottano. Anche se naturalmente alla fine s’incontrano; ma solo quando è davvero inevitabile.

Questa composizione funziona? Sì, funziona. Per lunghi tratti sembrano due storie montate insieme in modo un po’ grossolano e sembrano due anime troppo diverse per poter stare insieme, ma poi effettivamente la visione risulta molto centrata e riesce a intrattenere lo spettatore per tutte le quattro ore circa di visione. Un intrattenimento che non è fine a sé stesso, ma che, soprattutto nelle sequenze che riguardano il parroco, tocca tematiche molto delicate: peccato, redenzione, fiducia, perdono.

La parte della serie legata all’investigatore carcerato interpretato da Tucci è Moffat allo stato puro: uno Sherlock che banalmente si trova dietro le sbarre con i minuti contati. Lucido, implacabile, ironico, brillante.

La parte che, invece, coinvolge il personaggio di Tennant è qualcosa di inedito per Moffat. Un personaggio (e quindi una storia) buono che, a causa di una giornata sbagliata, può trasformarsi in un assassino. Tutte le atmosfere e le sensazioni che coinvolgono questo personaggio sono angoscianti e ansiogene, ed è esattamente quello che la serie vuole dirci. Ossia che in una giornata storta tutti potremmo trasformarci in carcerieri o assassini. Basta soltanto una giornata storta.

Inside Man Tucci

A rendere il prodotto davvero godibile e ben fatto, oltre alla solita ottima scrittura di Moffat, è l’interpretazione dei due protagonisti. Quando hai due attori del calibro di Tucci e Tennant qualcosa di buono ne esce per forza. Troppo bravi nelle rispettive parti.

Se il ruolo di Tucci non può che piacere e conquistare per tutto quello che abbiamo detto, narrativamente la parte più interessante è, tuttavia, quella che coinvolge il dramma esistenziale e religioso.

Inside Man è una serie da vedere, come ogni serie dell’autore britannico. Inoltre è da sottolineare come sia apprezzabile anche il fatto che per fare un buon lavoro non sia per forza necessario allungare il brodo con dieci episodi, ma basti farne quattro di buon livello.

Ci sarà una seconda stagione? Il finale sembra dirci di sì. Con Tucci stabile al suo posto e presumibilmente un nuovo protagonista al posto di Tennant.

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