Distribuito nelle sale italiane a partire dal 27 ottobre, La stranezza è l’ultima commedia di Roberto Andó. Il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma ed è uscito dopo solo un anno dal precedente lavoro del regista, Il bambino nascosto (2021).
Ambientato negli anni Venti, il film vede come protagonista un magistrale Toni Servillo nelle vesti di Luigi Pirandello, il quale s’imbatte in due teatranti amatoriali, che in realtà, di mestiere fanno i becchini, interpretati dal duo comico Ficarra e Picone. Un trio singolare ma il cui impatto sul pubblico si rivela straordinariamente vincente.

Il regista ricorda che l’idea del suo nuovo progetto nacque una mattina di tanti anni fa a Palermo grazie all’amico e mentore Leonardo Sciascia, il quale gli regalò una biografia di Luigi Pirandello curata dal grande studioso Gaspare Giudice. La formazione del regista, infatti, affonda le sue radici nella letteratura, nel teatro e nel cinema, mondi che in questa pellicola si intersecano alla perfezione.
Il film ripercorre, fra sorrisi e amarezze, la magnifica storia di un’invenzione pirandelliana. La “stranezza” è, infatti, quella condizione di inquietudine che investiva Pirandello sin da quando era bambino e che si concretizza, all’interno della pellicola, nella strana idea di una commedia particolare che non sarà subito apprezzata dal pubblico, semplicemente perché non compresa.

La stranezza è la febbre creativa del genio pirandelliano e dei suoi Sei personaggi in cerca di autore. Quello che viene presentato è un teatro vivo, un incrocio di mondi diversi in cui si innesca un continuo scambio fra il palco e il pubblico, fra la finzione e la realtà. La stranezza qui è il gioco delle parti che quando viene infranto crea spaesamento.
Si tratta probabilmente del miglior film del regista siciliano. Profondamente calato nella piccola realtà di paese di quegli anni, sottilmente ironico e straordinariamente profondo. Il tutto orchestrato attraverso un mirabile equilibrio fra opposti.
Rispondi