Giovani si diventa (While We’re Young) è un film del 2014 di Noah Baumbach. Si tratta di uno dei lavori che conducono alla maturità registica di Baumbach. Maturità poi raggiunta pienamente con gli ultimi due lavori (Storia di un matrimonio e The Meyerowitz Stories).
Josh (Ben Stiller) e Cornelia (Naomi Watts) sono una coppia sulla quarantina che si ritrovano ad essere ormai considerati vecchi e che, benché non lo ammettano, soffrono sia il fatto di aver lasciato per strada numerose opportunità lungo gli anni trascorsi come individui e come coppia, sia il mancato arrivo di un figlio mentre gli amici coetanei lo hanno quasi tutti avuto. Josh è un documentarista che gira a vuoto da 10 anni sullo stesso lavoro dopo aver avuto un inizio di carriera più che promettente; mentre Cornelia è la figlia proprio di un famoso documentarista.
Josh, in una sua lezione, incontra Jamie (Adam Driver) e Darby (Amanda Seyfried) che sono una giovane coppia di ventenni sposati. Jamie professa di essere un grande ammiratore di Josh tant’è che quest’ultimo lo prende sotto la sua ala protettiva e invita anche Cornelia a fare delle uscite di coppia con i nuovi “amici”. Frequentando ed entrando in stretto legame con i due ragazzi, Josh e Cornelia pensano o sperano di trovare stimoli nuovi e quell’idea di giovinezza a cui pensano ancora di appartenere. Tuttavia ben presto le cose prendono una piega strana e molte delle azioni del giovane Jamie diventano ambigue agli occhi di Josh che, lentamente, capisce come fin dall’inizio quello del ragazzo era un astuto piano per sfruttare le conoscenze di Josh, compresa quella più ambita del padre di Cornelia.

Insomma, una trama intricata e per nulla semplice da descrivere: si potrebbe dire un intreccio alla Peter Bogdanovich. E non sarebbe affatto un caso visto che Baumbach è storicamente un grande amico del famoso regista da poco scomparso, nonché uno dei suoi pupilli insieme a Wes Anderson. Come è noto, l’altro grande modello di Baumbach è Woody Allen e anche questo è un modello evidente da tante cose.
Tuttavia, in questo lavoro, seppure ci siano entrambe le influenze, sembra molto più invadente quella di Bogdanovich perché si insiste maggiormente sull’intreccio piuttosto che sull’esclusiva forza dei dialoghi che scavano nell’interiorità dei personaggi (o meglio: comprendiamo meglio la psicologia dei protagonisti attraverso quello che fanno rispetto a quello che dicono). Sia chiaro, anche Allen è nettamente presente, però sembra che tra le due forze che lo ispirano quella di Bogdanovich sia quella che prende il sopravvento in questo film. In questo senso, molto più alleniano è The Meyerowitz Stories.
Tornando al film in sé, come si è capito, la forza di Baumbach risiede nella sceneggiatura: i suoi script sono sempre eccellenti e coniugano linearità narrativa e capacità dialogica di grande livello. Il tutto messo in scena con una regia ordinata e precisa che, tuttavia, non disdegna soluzioni alternative (come, in questo caso, un montaggio frenetico).
Poi i film di Baumbach affrontano sempre delle grandi tematiche (personali) e lo fanno in modo riuscito e approfondito. Giovani si diventa tratta la crisi di mezza età di una coppia di artisti che vorrebbero rimanere aggrappati alla giovinezza quando sanno perfettamente che ormai è passata. Ma non è tanto il non accettare di essere invecchiati a provocare in loro una crisi d’identità, quanto il fatto di non essere riusciti ad avere un figlio unitamente a delle frustrazioni lavorative. La mancata prole crea in loro un complesso di inferiorità rispetto agli amici coetanei, perciò si auto-convincono di essere ancora giovani, sapendo di non esserlo, e si impongono, di conseguenza, di assecondare in tutto una coppia molto più giovane di loro.

Tuttavia quella coppia giovane è molto più subdola e opportunista di loro: nascono quindi incomprensioni, sono toccati nervi scoperti e i protagonisti vengono messi davanti a tutte le loro debolezze. Compresa quella di Josh di essere un talento bruciato: infatti, invece, di cercare consigli dall’esperto padre della moglie riguardo il suo documentario, si intestardisce nel fare tutto da solo nel tentativo di emanciparsi dall’ingombrante figura del suocero.
Alla fine dei conti per Josh e Cornelia, conoscere la vera natura di Jamie e Darby, significa trovarsi davanti alle proprie fragilità e finalmente affrontarle e superarle.
Giovani si diventa vuole comunicare tutte queste cose e lo fa con una commedia che diverte, che fa pensare e che è scritta molto bene. Una nota di merito anche per Stiller, Watts e Driver che si muovono molto bene nelle rispettive parti. L’unica cosa che si può imputare a Baumbach è che il finale poteva avere qualche spinta in più, ma si parla di dettagli.
In ogni caso Giovani si diventa è un ottimo film che conferma come Baumabch sia uno dei migliori registi della sua generazione. Il suo livello poi, è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni e non vediamo l’ora di constatarlo di nuovo con Rumore bianco che sarà in concorso a breve al Festival del cinema di Venezia.
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