Tutto può accadere a Broadway Bogdanovich

“Tutto può accadere a Broadway”: l’ultima zampata di Peter Bogdanovich

Tutto può accadere a Broadway” (“She’s Funny That Way“) è un film del 2015 ed è l’ultimo film del grande Peter Bogdanovich. E si tratta di un lavoro in tutto e per tutto nello stile del celebre regista americano.

La trama è quanto di più vicino a Bogdanovich ci sia. Arnold (Owen Wilson) è un regista teatrale e sta preparando a New York una nuova rappresentazione da mettere in scena a Broadway dove la moglie è l’attrice principale e l’attore principale (Rhys Ifans) è un ex della moglie. Arnold, tuttavia, ha anche il vizio di passare la notta con delle squillo e donare loro 30mila dollari per sentirsi una sorta di benefattore e cambiare la loro vita. A New York questo avviene con Izzy che, con quei soldi, smette di fare la squillo e si dà alla recitazione. Casualmente Izzy si presenta proprio al provino della pièce di Arnold per fare il ruolo di una squillo ed è eccezionale nella parte.

Da questo momento in poi si scatenano una serie di equivoci e di coincidenze che stravolgono l’intreccio della sceneggiatura inserendo il film, come accade praticamente sempre con i film di Bogdanovich, nella categoria della screwball comedy.

Come la migliore tradizione e l’eredità del regista vogliono, la pellicola nei suoi godibilissimi 93 minuti si muove proprio attraverso una serie infinita di coincidenze, equivoci, agnizioni e incontri inaspettati che mettono in continua difficoltà i personaggi sulla scena che sono in balìa delle loro debolezze e dei capovolgimenti della sorte.

Interessante è anche la genesi di quest’opera. Come detto è l’ultimo film di Bogdanovich ed è stato realizzato ben 13 anni dopo il lavoro precedente. La sceneggiatura di “Tutto può accadere a Broadway” infatti era stata già scritta all’inizio degli anni Duemila, ma poi ci furono dei problemi legati alla produzione e allora non se ne fece nulla.

Dopo tanti anni Bogdanovich, incoraggiato dagli allievi – intanto diventati celebri, Wes Anderson e Noah Baumbach – viene spinto a realizzare quel progetto rimodulando la parte del protagonista su Owen Wilson, nel frattempo diventato amico del regista.

Tutto questo avviene e il film, infatti, vede la luce. Non è un capolavoro, ma si può parlare a ragion veduta di un film riuscito: lo spettatore trascorre un’ora e mezza dove non si annoia e dove viene piacevolmente trasportato a destra e sinistra da quelle che sono le piroette della sceneggiatura. Insomma, avviene tutto quello che deve avvenire in questo tipo di commedia.

Tra gli attori nessuno spicca sugli altri, come del resto succede in questo tipo di pellicole dove i personaggi non vengono approfonditi e rimangono dei tipi, ma Wilson è notevolmente dentro la parte e ne esce fuori come il più centrato e sicuro dentro i panni che gli sono stati cuciti.

Insomma, è sempre un piacere guardare un film di Bogdanovich. Anche in questo caso.

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