The Northman Eggers

“The Northman”: un film con tanti difetti. Rimandato Eggers

Robert Eggers prima di “The Northman” aveva realizzato solo due pellicole, ma due film come “The Witch” e “The Lighthouse” gli hanno permesso di essere annoverato nel gruppo dei giovani registi più talentuosi e autoriali.

E’ normale, quindi, che dopo due grandi opere prime e un dimostrato valore registico, le attese siano sempre piuttosto alte e il giudizio critico sempre molto attento. Ecco perché c’era così tanta curiosità attorno a “The Northman“, anche alla luce del passaggio dall’ottima casa di produzione A24 alla Universal, facendo intendere un taglio leggermente più commerciale.

La trama in sé è molto semplice: è una storia di vendetta ambientata nel mondo vichingo. Il re (Ethan Hawke) viene trucidato dal fratello; il figlio, invece, (protagonista del film interpretato da Alexander Skarsgard) riesce a fuggire covando per anni e anni il suo desiderio di vendetta, mentre la madre (Nicole Kidman) risposa come marito lo zio assassino (Claes Bang).

Chiariamolo fin da subito: si tratta di un buon film, ma con dei problemi, e molto probabilmente è al di sotto delle attese iniziali. Eggers non risparmia scene violente e molto espressionistiche; tuttavia, spesso, sembra di vedere un film già visto con niente di nuovo sullo schermo. L’unica scena veramente incisiva e di spessore è quella delle valchirie; una sequenza capace veramente di incollare lo spettatore alle poltrone in sala.

Per il resto anche la trama non ha niente di eccezionale: dopo 30 minuti ottimi, il film si impantana nelle sabbie mobili e diventa abbastanza lento e ripetitivo. E’ come se si aspettasse solo il momento finale della vendetta per recuperare la tensione emotiva, quando invece tutta la parte centrale sembra sacrificata e allungata tanto per aumentare uno spannung che non si manifesta mai così convintamente. In questo senso, si poteva accorciare, e di molto, la parte centrale.

La prova attoriale di Skarsgard rimane abbastanza anonima, mentre si prendono la scena i cosiddetti ruoli minori. Willem Defoe terrorizza nei pochi istanti in cui compare, Hawke in mezzora mette sullo schermo grande forza emotiva, la Kidman è brava a saper essere incisiva e lo stesso Bang si fa notare. Molto discutibile, invece, il ruolo assegnato a Anya Taylor-Joy che è sembrata non poco sacrificata.

In generale “The Northman” è un buon film; certo che da Eggers ci si aspetta molto di più, soprattutto in termini di una autorialità che qui si è vista solo a tratti. Non sarà facile per lui conciliare quest’ultima via con quella del grande pubblico: forse è su questo punto che si vedrà il suo valore. Perché i grandi registi sono tali quando mantengono la loro mano riuscendo anche ad andare incontro alle esigenze del pubblico.

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